Recensione per The gap di Michele Jaffe. TRAMA: Quando Jane si trasferisce nel New Jersey, la nuova scuola le sembra una meraviglia: fa subito amicizia con le due ragazze più in vista dell’istituto, Kate e Langley, entrambe ricchissime e bellissime. Il trio diventa inseparabile e il loro tempo trascorre senza preoccupazioni tra la scelta di un abito e i commenti sui ragazzi. Una notte, però, Jane viene scaraventata da un’auto un corsa e finisce priva di sensi in un cespuglio di rose. Quando si risveglia in ospedale, non ricorda nulla di quanto è accaduto e il suo corpo è completamente paralizzato; inoltre riceve strani regali da un ammiratore che rimane nell’ombra e una serie di telefonate minacciose. Tutte le persone che le stanno attorno sono convinte che Jane abbia delle allucinazioni causate dai medicinali, ma un po’ alla volta lei riesce a mettere insieme i pezzi e a ricostruire la sera dell’incidente. Quello che scoprirà sarà lontano da ogni possibile verità e la trascinerà in un incubo che sembra non avere fine…
Ho rimandato a lungo la lettura di questo libro perché ,come mi capita sempre ,la cover non catturava la mia attenzione. Ovviamente quella americana è migliore,ma non appena mi sono immersa tra le pagine mi sono pentita amaramente di averlo trascurato così a lungo. E’ un thriller ricco di suspense che tiene il lettore con il fiato sospeso fino alla fine . Il titolo originale è Rosebush(cespuglio di rose) che ha a che fare con il luogo in cui viene trovato il corpo della protagonista. Lei è Jane Freeman ,una ragazza maledettamente determinata ad emergere tra tutti per la paura di essere messa da parte e ignorata. Dopo essersi trasferita dall’Illinois in New Jersey per via del lavoro della madre Rosie,Jane inizia a frequentare la Livingston High School. Il suo esordio non è dei migliori,ma la fortuna vuole che riesce in breve tempo a trovare due amiche,che sono le più popolari della scuola. Kate Valenti(figlia del reverendo Joseph Carter)bellissima e brava in arte drammatica e Langley Winterman che tutti considerano dal cuore di pietra. Kate e Langley insieme a Elsa Blanchard formano Le tre Modattiere. Sono le ragazze “in” dell’istituto,quelle che vestono ricercate,quelle che dettano moda e che tutte imitano,quelle volute da ogni ragazzo. Quando Jane entra nel gruppo viene estromessa Elsa,e la sua vita subisce una svolta radicale. La Jaffe è molto brava ha ricreare l’ambiente scolastico americano,come eccelle nel caratterizzare lo spirito adolescenziale di oggi,con il bisogno incessante di apparire e non rimanere soli. Ben presto Jane si accaparra il ragazzo dei suoi sogni David Tish(ex dell’amica Nicky di Savoia).
David è tutto ciò che desidera,bello, carino e gentile. Un batterista dotato di talento. Conosce anche Oliver Montero,amico stretto del ragazzo,un tipo di classe che esce solo con tipe ricche e belle. La vita di Jane inizia a girare per il verso giusto lasciandosi alle spalle la tragedia della morte della sua migliore amica Bonnie. Ora ha un ragazzo,due nuove amiche,è voluta e ammirata,ma non è tutto bello come sembra. Kate e Langley ,le due coprotagoniste,sono forse le figure meglio riuscite di questo intrigante romanzo. Vengono rivelate a mano a mano che la storia si dipana fra continui flashback dove Jane ci mostra nella nebbia dei ricordi cosa le è accaduto realmente. Il libro si apre con la protagonista in un letto d’ospedale,paralizzata dal collo in giù e senza memoria recente. Conosciamo la madre Rosie(lavora in politica),la sorella Annie,il fidanzato della madre Joe e realizziamo ,dai fiori che riceve ,che è ben voluta da tutti. Da qui il ritorno al passato è un viaggio lento e doloroso. I ricordi della notte dell’incidente sono inquietanti. David è un traditore,l’amico Scott(fotografo)è uno stalker,Oliver nasconde molte cose,Elsa non è così pazza come tutti credono e persino Jane non è innocente. Lei nasconde un oscuro segreto sulla morte della sua amica e ci mostra un suo lato che mi ha lasciata sbigottita a lungo. Niente è quello che sembra. Persino la stagista della madre,Sloane Whitley,finirà per pagare lo scotto per qualcosa non desiderato. La tensione di questa storia è davvero tanta. Il colpevole sa il fatto suo ed è un grande manipolatore nel fare ricadere la colpa su altri,tanto che si finisce per sospettare di tutti. Le minacce di morte e le situazioni quasi da horror creano l’atmosfera ideale per un thriller. E’ impossibile non fremere di paura nelle scene finali con una siringa fatale,come è impossibile evitare di cambiare opinione su ogni personaggio. Tutti nascondono qualcosa. Tutti fanno soffrire Jane. Tutti tranne Pet ,il volontario dell’ospedale. Non ho potuto fare a meno di appassionarmi a questo romanzo e trepidare per poi odiare Jane per ciò che è,una ragazza fredda e a tratti priva di cuore. Il suo rifiuto della madre(per altro molto egoista),la cattiveria nei confronti del patrigno,la sua poca considerazione per gli altri. Niente la fa veramente brillare per qualcosa.
Lei è tutto ciò che vorrebbe essere una ragazza oggi. Durante il suo percorso però,sarà costretta a ricredersi su molte cose e a dover fare un bell’esame di coscienza. E’ un personaggio ben lontano dai soliti cliché,è sì la figura femminile in cerca di notorietà,ma di lei non emergono molti aspetti positivi. La sua condizione fisica mi ha fatta ripensare a La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock e come per il film,ho apprezzato molto il risvolto giallo e la narrazione in prima persona che chiaramente è la manifestazione dei pensieri della protagonista. I fatti non hanno un ordine logico,emergono da una mente provata dalla paura e dal dolore,ma sono ben posizionati e creano un intreccio ben architettato che non lascia nulla al caso. E’ forse uno dei più bei thriller adolescenziali che ho letto finora.
Michele Jaffe è nata a Los Angeles ed è autrice della serie young adults Bad Kitty e di thriller e romanzi per adulti. Uno dei suoi racconti Kiss and Tell (Provaci ancora, signorina Kiss) fa parte della raccolta di racconti Danze dall’Inferno . Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in Letterature comparate ad Harvard, ha abbandonato il mondo accademico e ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Attualmente vive a New York.