Dodicesima recensione per Cuore nero di Amabile Giusti. TRAMA: A diciassette anni ci si può imbattere nel vero amore? E ciò che si chiede Giulia quando quel sentimento irrompe nella sua vita. Prima di allora era una ragazza indipendente, segnata dal burrascoso divorzio dei genitori, con una visione tutt'altro che romantica dei rapporti sentimentali. Finché non si prende una cotta tremenda per Max, un compagno di scuola, e la sua razionalità inizia a vacillare. Lei, di solito brillante e decisa, si sente stupida e confusa. Eppure lui è fin troppo pieno di sé, non il suo tipo, anche se è terribilmente attraente, e Giulia fa di tutto per reprimere le proprie emozioni e dimenticare la loro breve, insignificante storia. Una sera, mentre porta a passeggio il cane, incontra Victor, un ragazzo dall'accento francese che, sbucato dal nulla, le dice di essersi trasferito a Palmi da poco con la madre e la sorella. Biondi e pallidissimi, i tre sembrano avvolti da un mistero: escono solo di notte e abitano nella Villa dell'Agave, una vecchia casa dalla fama sinistra. Da quel momento, inaspettatamente, Max ricomincia a corteggiarla, e non solo: fa di tutto per metterla in guardia da Victor, come se sapesse qualcosa sul suo conto che non può rivelarle. Come mai i due si conoscono? Perché si detestano? Cosa nascondono entrambi? Trascinata da una passione irrefrenabile, Giulia piomberà in un mondo che credeva relegato alla leggenda e alla fantasia, un mondo abitato da esseri misteriosi assetati di sangue, che attraversano i secoli lottando per sopravvivere.
E’ la prima volta che mi accosto ad Amabile Giusti ed ho scoperto che è molto brava a creare urban fantasy. Il suo romanzo è originale e coinvolgente a differenza di molte pubblicazioni sui vampiri che ormai affollano gli scaffali delle librerie. La trama appare come un storia d’amore,con un probabile triangolo. Nella realtà dei fatti non è così. La vicenda è raccontata attraverso il punto di vista di Giulia, una ragazza della Calabria che non si è mai arresa nonostante sia stata emarginata. E’ coraggiosa, sensibile, ironica. I suoi dialoghi strappano spesso una risata divertita. E’ la classica adolescente che detesta i ragazzi in generale. Accanto a lei c’è Max,il primo ragazzo che l’ha baciata,ma che l’ha anche ferita. Il loro rapporto si dipana per tutto il libro con una serie di colpi di scena davvero ben congeniati. Forse la scrittrice in alcuni punti è un po’ prolissa,ma non ci si annoia mai. I personaggi sono tutti ben caratterizzati tanto da sembrare reali . Ci sono numerose scene d'azione che spezzano la staticità della storia. Scopriamo che Max è il vampiro e Victor il cacciatore,ma nessuno è completamente buono e cattivo. O meglio,Max è l’unico vampiro che riesce a provare emozioni perché cavia di un esperimento con il quale gli è stata inserita nel cuore una scheggia di una pietra particolare . E’ grazie a questa e alla presenza di Giulia che lentamente Max ricomincia a vivere. Anche il mito del vampiro è ben credibile . Niente aglio,croci, acqua santa o pelle adamantina!E’ una creatura dominata dalla brama di sangue e priva di sentimenti. L’unica pecca che mi ha amareggiata un po’ è il finale,affrettato e ben lontano dal mio amato Twilight. Anche se il tentativo di Giulia di farsi trasformare c’è. Apprezzerei un seguito perché le basi ci sono. Ma chi può dirlo?
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