lunedì 14 maggio 2012
Tredicesima recensione per La chimera di Praga di Laini Taylor. Primo romanzo di una trilogia che mi ha lasciata di stucco(Daughter of smoke and bones). Oserei dire bellissimo,caleidoscopico,megafantasioso. Non ho mai letto un libro così singolare ed intrigante. Partendo già dal personaggio principale Karou (diciassettenne che conosce più di venti lingue). Non solo il suo aspetto è diverso da quello di qualsiasi altra ragazza(lunghi capelli blu),ma anche il suo mondo. In realtà lei vive una vita a metà e si sente a metà. Frequenta una scuola d’arte e ha rapporti con creature mostruose,dette chimere,che le hanno fatto da genitori e lei per sdebitarsi compie i lavoretti di cui hanno bisogno. Queste creature sono Sulphurus,Twyga eYasri. La loro descrizione è dettagliata,magnificamente fantasiosa e il loro mondo un punto interrogativo. Karou può entrare solo nel loro emporio ma non gli è concesso superare una strana porta che verso metà del libro la porterà a scoprire un mondo parallelo con due lune dove vivono solo chimere di ogni specie. Sulphurus le dona i parvix che sono desideri piccoli piccoli(che non possono farle male). Ma lei aspira a quelli più grandi:shing,kairos,gavriel e bruxis. Cerca di sfuggire al suo ex,Kaz ,che le dà il tormento e vuole molto bene all’amica Zuzana che crea burattini. Karou sa che prima o poi incontrerà qualcuno che riempirà il vuoto che sente dentro”La sua vita era questo:magia,vergogna,segreti,denti e un profondo vuoto al centro del suo essere,dove,con assoluta certezza,mancava qualcosa”. Sarà Akiva,un serafino e suo temibile rivale,che si rivelerà colui che le darà accesso ad un passato dimenticato e all’orrore delle azioni che le hanno strappato via la sua famiglia. Riuscirà l’amore a perdonare e a passare oltre?Al seguito del romanzo avremmo una risposta. Forse. Ambientato in una Praga romantica e ricca di mistero,questo è un libro da leggere tutto d’un fiato. Uno stile a dir poco poetico mi ha tenuta incollata ore e ore di fila nel desiderio di conoscere un finale di nuovo inconcludente. In ogni pagina ho trovato sorpresa,emozioni,fantasia allo stato puro. L’inizio è ricco di umorismo e porta il lettore a immergersi completamente in questa atmosfera da sogno. Ci sono i turisti,gli escamotage di Kaz per guadagnare soldi portando la gente a visitare i luoghi in cui vivono fantasmi e vampiri,c’è il Poison,ritrovo di Karou e Zuzana davvero pittoresco. Lo stile cambia quando Karou compie i suoi viaggi per recuperare denti per Sulphurus. Attraverso le porte dell’emporio lei viaggia per il mondo,una sorta di “worldgate” (credo di aver creato un nuovo termine).La Taylor sa descrivere ogni angolo di questa terra come se ci fosse stata realmente con particolari e immagini che lasciano a bocca aperta. La caratterizzazione delle chimere e dei loro sentimenti è semplicemente splendida. Akiva viene tratteggiato come un guerriero sottoposto ad indicibili torture,spaventato dal suo stesso mondo per la crudeltà a cui ogni combattente è sottoposto. Nel romanzo ho trovato un’inattesa ma sorprendente questione che tormenta il nostro stesso mondo. Il razzismo che aleggia intorno alle figure dei mostri che come stelle luminose trapuntano il cielo di queste pagine sapientemente create ad arte. La seconda parte del romanzo è più ricca di azione e con una serie di veniamo catapultati in una sorta di buco nero fino a raggiungere un’epoca in cui i serafini e le chimere non si facevano la guerra. Scopriamo che Karou era in realtà Madrigal,la figura amata da Akiva e uccisa per un amore considerato tradimento fra specie. Scopriamo che Sulphurus non è la creatura così cattiva che ci viene dipinta quando caccia per sempre Karou dal suo emporio. Scopriamo i poteri di cui questa strana specie è dotata e la loro grande compassione in un intreccio che onestamente non mi sarei mai aspettata. Niente è quello che sembra da principio. Ma non ci viene risparmiato il dolore e l’amarezza di nessuno per ciò che è perduto e mai potrà tornare. A tutto troviamo una spiegazione. Almeno non restano dubbi,ma la storia fra Akiva e Karou rimane aperta. Ogni oggetto,ogni creatura presente in queste pagine ha una funzione. Persino l’osso che Sulphurus tiene legato e custodito gelosamente al collo. Quello stesso osso racchiude l’essenza di Madrigal,ciò che riempirà Karou e le farà ricordare il desiderio espresso con amore da lei e Akiva”-Un osso?- - Bé,sì. E’ un osso del desiderio. Tu agganci un dito intorno allo sperone,così,e ognuno di noi esprime un desiderio e tira. Quello che ottiene la partepiù grande,ottiene il suo desiderio-. –Magia?-,chiese Akiva mettendosi seduto- A quale uccello appartiene?Ne esiste uno che ha le ossa che fanno magie?-. –Oh,non è magia. I desideri non diventano realtà per davvero-. – Allora perché farlo?- Lei si strinse nelle spalle – Speranza?La speranza può essere una forza potentissima. Forse non c’è vera magia in essa,ma quando sai quello che speri fortissimamente e lo custodisci come una luce dentro di te,puoi far accadere le cose,quasi come una magia-“. Il mondo della chimera di Praga è surreale e al tempo stesso tangibile . Ci rivela antiche leggende,poteri misteriosi,incantesimi ed è difficile lasciarlo andare. Potrei fare una piccola notazione negativa. E’ vero che la minuziosa descrizione di tutto ciò che vive in questo romanzo è ciò che ci lascia a bocca aperta,ma a volte stanca un po’,appesantisce delle pagine che potrebbero rendere lo stesso senza troppi fronzoli. Così come i flashback che sono cosi lunghi da dare spazio alla storia d’amore passata senza concedere nulla più di un bacio alla presente. Un vero peccato. Speriamo di rifarci nel prossimo volume che attendo con ansia. Leggetelo perché vale la pena. Quattro stelline senza neanche pensarci
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