sabato 12 maggio 2012

Undicesima recensione per Il marchio del diavolo di Colleen Gleason . Secondo volume della serie Regency Draculia. Il romanzo è ambientato nel 1804 e racconta la storia del conte Draculiano Dimitri Gavin Corvindale. Questi ha fatto un patto con Lucifero per salvare sé stesso e la donna che amava. Ne porta il segno sulla pelle della schiena. Ma il suo sacrificio non è servito a nulla perché la donna per cui lo ha fatto,lo ha lasciato. Dimitri allora decide di non provare più sentimenti per nessuno e si chiude in sé stesso. Inizia a leggere tutti i testi che trova per scoprire il modo di rescindere il patto. Sarà una giovane donna,Maia Woodmore che farà crollare il muro dietro il quale si nasconde e lo salverà. Parte di questo romanzo riprende la narrazione del primo volume con Vos e Angelica,ma non è una ripetizione ,perché qui si riempiono i buchi lasciati in precedenza. Una delle caratteristiche più interessanti di questa serie è che i personaggi,invece di trasformare le proprie compagne,possono tornare indietro e diventare di nuovo umani. Ed è forse la cosa che mi piace di più. La scrittura della Gleason è semplice, piacevole,ricca di descrizioni. L’ambientazione rimanda proprio all’ottocento,con i palazzi,le carrozze,i vestiti ampi,i balli in maschera. Non ci sono solo i due protagonisti,ma vengono circondati da altri personaggi come Angelica(la sorella di Maia),Alexander(fidanzato di Maia che verrà trasformato in vampiro),Cesar Moldavi,Chase(fratello di Maia e cacciatore di vampiri),Narcise(che apre il via al terzo volume),Lerina(ex di Dimitri). Ognuno ben centrato nella propria parte,ricco di sfaccettature,che lo caratterizzano senza appesantirlo. Il mio preferito è Dimitri,così oscuro e pieno di rimorsi,solitario,controllato e per questo facile preda di Lucifero. Da non disdegnare nemmeno la caparbietà e la lingua tagliente di Maia che riuscirà a scuotere le fondamenta della vita di Dimitri e a fargli mettere in dubbio i propri principi. Che forse al mondo l’unica cosa che riesce a salvarci è l’amore per quanto si cerchi di tenerlo a distanza. Direi tre stelline.

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