domenica 24 giugno 2012
Ventiquattresima recensione per Mi chiamo Chuck ho diciassette anni e,stando a Wikipedia,soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo di Aaron Karo. TRAMA: Chuck Taylor ha diciassette anni e mille paranoie. Si lava le mani continuamente, controlla ossessivamente le manopole dei fornelli e il terrore dei germi condiziona le sue relazioni sociali, di fatto quasi inesistenti se si esclude Steve, goffo amico del cuore bersaglio delle angherie dei bulli della scuola. Chuck ha anche una sorella, Beth, che lo ignora al punto da negargli persino l’amicizia su Facebook. La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé. E poi ci sono le Converse All Star: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d’animo. I genitori, però, sono sempre più preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo dalla strizzacervelli. Ma è l’arrivo di una nuova compagna di classe a cambiare radicalmente la vita di Chuck e ad aggiungere un nuovo colore alla sua collezione di Converse.
Questo libro raccontato in modo ironico e divertente ci offre uno spaccato di vita quotidiana ormai classica per i ragazzi d’oggi. Leggero,scorrevole,fa riflettere e ridere come non credevo possibile. Tratta argomenti molto attuali come il bullismo e il disadattamento sociale. Il personaggio principale è Chuck,un ragazzo tranquillo che non ama stare al centro dell’attenzione ,ma non è per sua volontà che è un emarginato,sono gli altri a scansarlo. Risulta simpatico proprio per le sue assurde manie. E’ dolce,riflessivo,amichevole. Conquista all’istante. E che dire della sua collezione di Converse di cui sceglie il colore in base al suo umore?Rosa=noia, giallo=nervosismo, azzurro=sovraeccitazione, grigio=insicurezza,marrone chiaro=ansia, arancione=stanchezza, viola=agitazione, nero=umore nero, verde=speranza, rosso=incavolato, rosa=felicità(gliele regala Amy). Il romanzo comunque è pieno di personaggi buffi che servono a tenere su questa storia strampalata ma imperdibile da leggere. C’è Steve,il migliore amico,c’è Kahna,il ragazzo indiano che parla in slang e fa ridere,i genitori di Chuck,la sorella di Chuck che non gli accetta nemmeno l’amicizia su Facebook,c’è Amy,la ragazza dei sogni del protagonista,c’è la Dottoressa S,che cerca di aiutare Chuck con la terapia e i farmaci e infine il mega bullo Parker che spingerà Chuck alla più grande reazione. Tutti questi personaggi hanno un effetto diverso sul protagonista e fungono da stimolo per un cambiamento che seppure non repentino sblocca la situazione di stallo. E Chuck alla fine capisce che non deve cambiare per Amy o Steve,ma per se stesso. Questo è un libro che malgrado spicchi per autoironia,fa riflettere sulle cose che contano nella nostra esistenza:la famiglia,l’amicizia,l’amore,il coraggio di sapersi mettere in gioco e affrontare le difficoltà quotidiane. Un libro decisamente positivo. Tre stelline.
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