venerdì 3 agosto 2012

Terza recensione per Un morso è per sempre di Michele Hauf. TRAMA: Con le nozze tra Blu Masterson, principessa dei licantropi, e Creed Saint-Pierre, capo di una delle più antiche tribù dei vampiri, il Consiglio delle Nazioni della Luce e delle Tenebre intende porre fine alla guerra che dilania da sempre le due specie. Nessuno dei due sposi, tuttavia, è entusiasta di quell'unione, e benché suo marito sia attraente e molto, molto sexy, Blu è decisa a non permettergli di consumare il matrimonio marchiandola con il suo morso. Anche se Creed risveglia in lei i desideri più sfrenati. Ma quando scopre che i licantropi tramano per distruggere tutti i vampiri, compreso il suo, è costretta ad ammettere che a poco a poco l'attrazione tra loro si è trasformata in qualcosa di più profondo. E allora deve scegliere: sarà ancora una volta una pedina nelle mani del branco, o accetterà il morso del succhiasangue che ha imparato ad amare? Siamo di nuovo nel mondo dei licantropi e dei vampiri con una storia che non aggiunge niente di nuovo al panorama degli urban fantasy ma che sa molto di trito e ritrito. E un po’ mi dispiace. Non ci sono mirabili descrizioni,né personaggi degni di nota o figure che lasciano il segno. La storia è narrata da entrambi i protagonisti che sono,sì ben descritti,ma non hanno nulla di eccezionale. Blu è una licantropa irrispettosa,viziata e astuta. Creed è un vampiro aristocratico,di buone maniere e dotato di magia. Insieme sono come l’olio e l’acqua eppure tramite il loro forzato matrimonio,seppure affrontato con diffidenza,riescono a trovare un modo per coesistere. Ed imparano persino ad amarsi,cosa che entrambi nemmeno si sognavano. Non si può dire che manchi la componente hot della faccenda. A partire dalla metà del libro ce n’è per tutti i gusti e viene fuori il lato da lupa di Blu. Soltanto verso il finale l’azione prende vita e indirizza il romanzo verso la solita lieta conclusione. Nessuna atmosfera inquietante,nessuna trama particolarmente sofisticata,nessun elemento distintivo. Una storia quasi banale. Tratta ormai un argomento così sfruttato che difficilmente può offrire qualcosa di più di una piacevole lettura sotto l’ombrellone. Nulla di eccezionale. Due stelline.

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