sabato 25 agosto 2012
Ventesima recensione per Numbers di Rachel Ward. TRAMA: Fin da bambina Jem intravede una serie di otto numeri negli occhi delle persone. Anche in quelli di sua mamma: 10102002. Per anni non dà importanza alla cosa, pensa sia solo una fantasia infantile. Quando però sua madre muore il 10 ottobre 2002 Jem capisce: quei numeri corrispondono alla data di morte di chi le sta intorno. Da quel momento la sua vita cambia, non è più una ragazza come le altre, ora ha un terribile segreto. E isolarsi da tutti sembra l'unica soluzione per nasconderlo. Solo Spider, un ragazzo strano e pieno di vita, si rifiuta di abbandonarla e per lui Jem comincia a provare qualcosa di più che semplice amicizia. Un pomeriggio, mentre aspettano di fare un giro sulla ruota panoramica di Londra, Jem si rende conto che tutte le persone in fila "hanno gli stessi numeri", e che i numeri corrispondono proprio alla data di quel giorno. Ne è sicura: lì sta per accadere qualcosa di terribile. Prende la mano di Spider e insieme a lui scappa, proprio mentre una bomba esplode. Ora lei e Spider non possono far altro che nascondersi, perché la polizia pensa che i terroristi del London Eye siano loro...
Non so se la parola catastrofico renda bene l’idea. Non perché in questo libro si parli di fine del mondo,ma perché ai protagonisti ne capitano di tutti i colori. Nel senso peggiore. La scrittura,a parte nei primi capitoli,diventa serrata e a tratti toglie il respiro,soprattutto nella fuga dei due giovani. La trama mi aveva davvero incuriosita,ma sono rimasta perplessa sui poteri di Jem. Lei effettivamente ha solo la capacità di sapere il giorno in cui morirà una persona. Non ha altro e questo mi ha lasciata interdetta,poi forse ho intravisto una piccola morale. La morte è inevitabile per chiunque. Quando giunge il nostro momento non possiamo nulla contro il nostro destino. Probabilmente la Ward intendeva questo e non si può darle torto. Solo che mi aspettavo qualcosa di diverso. La storia d’amore tra Jem è Spider non è quella che ci capita di incontrare il più delle volte. Sono due ragazzi difficili che non hanno nessuno al mondo se non loro stessi. Ed è riponendo fiducia l’uno nell’altra che riescono ad andare avanti. Sono ragazzi emarginati,con un passato difficile alle spalle e la loro vita è stata segnata dal dolore. Non per questo perdono la voglia di vivere. Sì … forse Jem con il suo segreto inconfessabile soffoca nello sconforto,ma Spider è il motore di tutto. Del suo cuore,della sua testa. E’ la sua ancora di salvezza,il suo primo amore e molto altro ancora. Non c’è un grande romanticismo,ma in brevi tratti scopriamo una tenerezza tinta di inesperienza ,una freddezza macchiata dalle difficoltà di un’esistenza senza affetti che fa davvero riflettere. La scrittura è scorrevole e le pagine si susseguono velocemente nel desiderio di sapere perché Jem non può cambiare le cose. La voce narrante è proprio lei e ci apre uno squarcio nel suo cuore ferito,mostrandoci come seppure la vita sia breve e piena di dolore possa essere portata avanti. Spider invece è l‘eroe con ben più di una macchia(droga,furto)ma con un cuore immenso . una storia triste,sofferta,con un finale che mi ha colpita ma non resa felice. Probabilmente la questione dei poteri di lei poteva essere sfruttata molto meglio di come lo è stato. E forse questo è il tasto dolente di tutto il romanzo che non è incisivo. Rimane cupo e non lascia grandi speranze chi crede che siamo noi gli artefici del proprio destino. Due stelline.
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