lunedì 16 luglio 2012
Ventitreesima recensione per Proibito di Tabitha Suzuma. TRAMA: Fuori, nel mondo, Lochan non si è mai sentito a suo agio. Gli altri sono tutti estranei, alieni… Solo a casa riesce ad essere se stesso. Maya ha sedici anni, è una ragazza sensibile, delicata e molto più matura di quello che la sua età richiederebbe. Lochan e Maya sono fratelli, e hanno altri tre fratellini da accudire: Kit, Tiffin e Willa sono la loro ragione di vita e la loro preoccupazione più grande, da quando il padre li ha abbandonati per una nuova famiglia e la madre ha iniziato a bere, si è trovata un altro uomo e a casa non c’è mai. I giorni passano e solo una cosa ha senso: essere vicini, insieme, legati, forti contro tutto e tutti. Per Maya, Lochan è il migliore amico. Per Lochan, Maya è l’unica confidente. Finché la complicità li trascina in un vortice di sentimenti, verso l’irreparabile. Qualcosa di terribile e meraviglioso allo stesso tempo, inaspettato ma in qualche modo anche così naturale. Qualcosa che, ancor prima di iniziare, è già condannato.
La copertina di questo particolare romanzo già dice tutto. Un cuore circondato dal filo spinato. Qualcosa di veramente proibito come dice il titolo. Sebbene la prima parte di questa storia risulti molto noiosa per la quotidianità del vissuto di una famiglia senza una figura di riferimento,non si può dire che il romanzo non brilli di profondità. I protagonisti sono dolci,passionali nella loro giovinezza,infelici,bellissimi e forse incapaci di gestire un rapporto così difficile e al limite della moralità. L’argomento purtroppo non è dei più facili. L’amore incestuoso fra fratello e sorella. Sembra impossibile da trattare,invece la Suzuma lo affronta con una delicatezza incredibile . Da principio sono rimasta perplessa,ma con lo scorrere delle pagine ho come dimenticato la parentela che univa Lochan a Maya lasciandomi andare al sentimento che nasceva dentro di loro e vedendolo come una dolce storia d’amore che purtroppo finisce in tragedia. E’ un sentimento toccante aldilà della fisicità del rapporto ,perché i protagonisti sono giovani e hanno solo sé stessi su cui fare conto. E sono impegnati a crescere tre fratelli più piccoli(Kit,Willa,Tiffin).Il loro amore è ciò che li tiene in vita,che li fa andare avanti contro ogni logica,malgrado i dubbi,i sensi di colpa,la rabbia per il rigorismo morale dell’attuale società”Il sentimento era lì che covava da anni, salendo giorno dopo giorno sempre più vicino alla superficie. Era solo questione di tempo prima che squarciasse la fragile ragnatela del nostro rifiuto mentale, obbligandoci a guardare in faccia la realtà e ad ammettere ciò che siamo: due persone innamorate di un amore che nessuno potrà mai capire”. Perché sanno che se venissero scoperti,gli assistenti sociali li separerebbero. E’ un amore che nasce e muore con loro,ma indescrivibile a parole. Fatto di gesti rubati,di ti amo sussurrati,di sguardi proibiti,di carezze vietate. Fino a sfociare nell’atto fisico vero e proprio che li porterà alla catastrofe non perché brutale o insoddisfacente,ma perché vengono scoperti dalla madre. E così è la fine di tutto,ma in modo così tragico che non ci crederete , mi ha fatto piangere. Una storia fuori dagli schemi,lirica,reale,struggente. Tre stelline.
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